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INIZIA L'ANNO DELLA FEDE

 

Inizia l’anno della Fede, 50 anni dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II

Benedetto XVI

Comincia l’11 ottobre un anno importante che la Chiesa ritiene necessario perche gli uomini di oggi vivono una profonda crisi di fede. “Una roccia alla quale appoggiarsi”, scrive don Gabriele Paoloni della parrocchia “San Filippo Neri”

di: 10 ottobre 2012 @23:29
 

San Benedetto del Tronto - A 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e a 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, papa Benedetto XVI ha indetto un “Anno della Fede”, che ha inizio l’11 ottobre 2012 e si concluderà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. Ci domandiamo, perché un Anno della Fede? Lo spiega il Papa stesso nella sua Lettera Apostolica “La Porta della Fede”. Gli uomini di oggi vivono una profonda crisi di fede. Ma non solo. Anche nel tessuto culturale ed economico, il richiamo ai valori ed ai contenuti della fede cristiana si è smarrito ed in alcuni casi è osteggiato apertamente. Abbiamo bisogno di ravvivare la fede e di rimetterla al centro della vita.

Ciò significa fidarsi un po’ più di Dio e delle sue prospettive, che non delle nostre risorse. Fede, nella radice ebraica della parola, significa “appoggiarsi”. Come per chi si appoggia ad una roccia la  fede è appoggiarsi a Dio, solo a Lui. E’ questo che è fondamentale. Questa fede è certamente difficile, perché, ad un certo punto, occorre fare un salto nel buio: scommettere sulla fiducia di qualcuno che può darti risposte soddisfacenti agli interrogativi di fondo che ogni uomo si pone.

Blaise Pascàl, diceva che la fede è “saggia” e “folle” nello stesso tempo. “Saggia” perché ci sono buone ragioni per credere; “folle” perché tali buone ragioni non sono mai sufficienti per obbligarci a credere: vi è sempre un momento in cui si deve rischiare, si deve “scommettere”. La Fede, che si attualizza nella carità, deve essere sollecitata dalla speranza perché diventi gioiosa, capace di trasformarci dentro, mettendoci in movimento nelle cose da fare.

Proprio come diceva lo scrittore francese Pegùy: egli paragona la Fede e la Carità a due sorelle più grandi che tengono per mano, in mezzo a loro, la sorella più piccola, la speranza. Crediamo che siano le sorelle più grandi a trascinare la speranza, ma in realtà è la sorella più piccola che tira dietro la Fede e la Carità. Mi auguro che sia un anno di riscoperta cristiana per un impegno personale e sociale serio e responsabile.

(don Gabriele

 

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