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Il Santo del giorno - Martirologio Romano

24 gennaio


San Francesco di Sales
 vescovo e dottore della Chiesa

«Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore». In questa affermazione di S. Francesco di Sales (nato nel 1567 nel castello di Sales da una famiglia nella Savoia) sta il segreto della simpatia che egli ha saputo suscitare tra i suoi contemporanei. La sua mitezza d'animo, che tanto fascino esercita su quanti leggono la biografia del santo, non era una dote innata e ce ne fa fede una sua frase rivelatrice: «Volete che in un quarto d'ora io perda quel poco di mitezza che mi sono acquistato in vent'anni a prezzo di tante fatiche?».

Dopo la laurea in giurisprudenza conseguita all'università di Padova, deludendo le aspettative paterne, aveva abbracciato, a 26 anni, la vita ecclesiastica e s'era presentato volontario per la difficile missione di predicatore cattolico tra i calvinisti ginevrini. Fu sacerdote zelante e instancabile lavoratore nella vigna del Signore. Visti gli scarsi frutti che otteneva dal pulpito, si diede a pubblicare fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa originale attività pubblicitaria il titolo di patrono dei giornalisti e di quanti diffondono la verità cristiana servendosi dei mezzi di comunicazione sociale. Ma anche quei foglietti, che egli cacciava sotto le porte delle case, ebbero scarsa efficacia.

Il duca di Savoia, dal quale Francesco dipendeva, venne in aiuto dell'inascoltato apostolo con la maniera forte, ma l'intolleranza non si addiceva al temperamento del santo di Sales, che preferì portare avanti la sua battaglia per l'ortodossia col metodo della carità, illuminando le coscienze con gli scritti, per i quali ha avuto il titolo di dottore della Chiesa. Introduzione alla vita devota e Trattato dell'amore di Dio sono le sue opere più lette. Quello dell'amore di Dio è stato l'argomento col quale convinse i recalcitranti ugonotti a tornare in seno alla Chiesa cattolica.

Vescovo coadiutore a 32 anni e tre anni dopo vescovo titolare di Ginevra, introdusse nella sua diocesi le riforme del concilio di Trento. Direttore spirituale di S. Vincenzo de' Paoli e S. Giovanna Francesca Frémyot de Chantal, con la quale fondò l'ordine della Visitazione, Francesco di Sales può a ragione essere considerato uno dei migliori rappresentanti dell'umanesimo devoto di tipica marca francese.

Morì a Lione nel 1622, il 28 dicembre, per un attacco di apoplessia. Canonizzato nel 1655, nel nuovo calendario viene ricordato il 24 gennaio, giorno in cui il suo corpo venne riportato ad Annecy per la definitiva sepoltura.

Tratto da www.lalode.com

 

 

 

San Marcolino Amanni

Era di Forlì. Nel 1327, a dieci anni, entrò nel locale convento dei domenicani per rimanerci tutta la vita.
Certo, era giovane. Ma la pedagogia medievale era diversa da quella odierna, tesa a prolungare all’infinito l’infanzia e l’irresponsabilità.
A quel tempo si veniva trattati da adulti fin da subito, e il risultato erano sedicenni in grado di conquistare regni. Marcolino, sebbene facesse parte dell’ordine "colto", non era teologo né predicatore, era monaco e basta.
Venne la Peste Nera, quella terribile del 1348, l’unica grande epidemia del Medioevo (le altre erano locali e sporadiche), che spopolò l’Europa e lasciò i conventi nel più totale lassismo.
Il priore generale, Raimondo da Capua (il santo confessore di Caterina da Siena), cercò di ricondurre i suoi uomini all’antica austerità, ma non tutti si adeguarono.
Nemmeno il convento di Forlì, in cui l’unico a seguire la regola era Marcolino. Si era (letteralmente) fatto venire i calli alle ginocchia a furia di pregare, e ne ebbe il dono mistico dell’estasi continua.
Per i confratelli, che, dovevano ogni volta scuoterlo, era un po’ tonto. Si accorsero di avere avuto un santo tra i piedi per anni quando quello, ottantenne, morì.
La notizia della morte si era prodigiosamente sparsa in città e la dimora domenicana era stata letteralmente presa d’assalto dalla gente. Tutti volevano un pezzo di saio dell’Amanni e fu necessario sbarrare il portone.
Quando molti degli assedianti si trovarono guariti dai loro mali il portone cominciò a scricchiolare sotto la spinta della folla. Sì, era un santo, di quelli tanto santi da non farlo vedere.

Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri
per aver acconsentito alla diffusione di queste brevi vite di santi,
tratte dal suo volume
Un santo al giorno edito da PIEMME


Martirologio romano

24 Gennaio

Presso Efeso san Timoteo, discepolo del beato Paolo Apostolo, e dal medesimo ordinato Vescovo di Efeso. Ivi, dopo molti combattimenti sostenuti per Cristo, mentre rimproverava quelli che sacrificavano a Diana, fu sopraffatto con sassate, e poco dopo si addormentò nel Signore. Ad Antiochia san Babila Vescovo, il quale, nella persecuzione di Decio, dopo avere spesso glorificato Dio con i suoi patimenti e strazi, finì la vita gloriosa fra le catene, con le quali ancora ordinò che fosse seppellito il suo corpo. Con lui si dice che abbiano pure subito il martirio tre fanciulli, vale a dire, Urbano, Prilidiano ed Epolonio, che egli aveva ammaestrati nella fede di Cristo.

A Foligno, nell'Umbria, san Feliciano, il quale, ordinato Vescovo della medesima città dal Papa san Vittore primo, ivi, dopo molte fatiche, nell'estrema vecchiezza, sotto l'Imperatore Decio, fu coronato col martirio.

A Neocesarea, nella Mauritania, i santi Martiri Mardonio, Musonio, Eugenio e Metello, i quali tutti furono dati al fuoco, e le loro reliquie vennero disperse nel fiume.

Così pure i santi Martiri Tirso e Proietto.

A Cingoli, nel Piceno, sant'Esuperanzio Confessore, Vescovo della medesima città, illustre per la fama dei miracoli.

A Bologna san Zama, il quale, ordinato primo Vescovo della stessa città dal Romano Pontefice san Dionisio, quivi meravigliosamente propagò la fede cristiana.

Così pure il beato Surano Abate, il quale, al tempo dei Longobardi, fiorì per santità.


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Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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