Il Santo del Giorno - Martirologio Romano
26 dicembre
Santo Stefano
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Beato Francesco "dè Malefici"Come biglietto da visita non c’è male. Fortunatamente i lettori sanno che, se costui si trova qui menzionato, si tratta di un santo. Oddio, santo ancora non è: però è beato. L’appellativo "dè Malefici" che Francesco si portava dietro è un cognome o una conquista sul campo?Oppure è un soprannome di famiglia, niente affatto raro nel medioevo? Può darsi davvero che questo beato fosse particolarmente bravo a togliere le fatture (c’è poco da ridere: sintonizzatevi su un tv privata e vedrete quanta offerta c’è alle soglie del Terzo Millennio). Se sì, era particolarmente benemerito, anche perché lo faceva in nome del bene e completamente gratis. Infatti si tratta di un francescano fiorentino, probabilmente anche sacerdote e, dunque, esorcista (tutti i sacerdoti lo sono). Lo storico dell’ordine minoritico Bartolomeo da Pisa ne parla nel 1385 e ce lo mostra alla sua epoca (cent’anni prima) mentre dimora in un convento della Verna. Sappiamo che Francesco "dè Malifici" morì in Corsica nel 1290, esattamente nel convento di San Francesco della Selva, situato alle falde dei monti di capo Tafonato e a una ventina di miglia da Galeria. Il beato fu a lungo venerato in Corsica e in Toscana, ricordato per le virtù francescane vissute in grado eroico e, soprattutto, per i miracoli. Già, i miracoli. Chissà perché, questi eventi sono tutti a carico di personaggi "politicamente scorretti" per i quali valeva solo l’extra ecclesia nulla salus ("fuori della Chiesa non v’è salvezza"). Come Padre Pio, il quale collezionava tessere comuniste depositate nelle sue mani da nugoli di convertiti. Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri |
Martirologio romano
26 Dicembre
A Gerusalemme il natale di santo Stefano Protomartire, il quale fu lapidato dai Giudei non molto dopo l'Ascensione del Signore.
A Roma san Marino, uomo dell'ordine Senatorio, il quale, sotto l'Imperatore Numeriano e il Prefetto Marciano, per causa della religione cristiana fu preso, tormentato coll'eculeo e cogli uncini come schiavo, quindi gettato in una padella, ma, mutatosi il fuoco in rugiada, liberato, esposto ancora alle fiere e da esse lasciato illeso; finalmente, condotto di nuovo all'ara, ed essendo caduti gli idoli per la sua preghiera, percosso colla spada, conquistò il trionfo del martirio.
Nello stesso luogo, sulla via Appia, la deposizione di san Dionisio Papa, il quale, avendo sofferto molti disagi per la Chiesa, fu illustre per i documenti della fede.
Così pure a Roma san Zosimo, Papa e Confessore.
Nella Mesopotamia sant'Archelao Vescovo, celebre per dottrina e santità.
A Maiuma, in Palestina, san Zenone Vescovo.
A Roma san Teodoro, Mansionario della chiesa di san Pietro; di lui fa menzione il beato Gregorio Papa.