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Il Santo del Giorno - Martirologio Romano

12 dicembre


Santa Giovanna Francesca di Chantal
 religiosa

Non si può parlare di Giovanna Francesca Frémyot (nata a Digione nel 1572, e sposatasi ventenne con il barone di Chantal, al quale diede sei figli) senza avvicinare la sua immagine a quella di S. Francesco di Sales, di cui fu al tempo stesso seguace e ispiratrice. Il vescovo di Ginevra l'aveva notata durante una predica. Trentenne, di forme rigogliose, molto bella, un sorriso incantevole, Giovanna indossava abiti vedovili, - il marito le era morto da poco in un incidente di caccia - che tuttavia a Francesco di Sales non parvero appropriati a una donna in lutto.

Le domandò infatti se intendesse rimaritarsi e alla risposta negativa di Giovanna, soggiunse bonariamente che in tal caso sarebbe stato più opportuno ammainare le insegne. La giovane donna chiese al vescovo di ascoltare la sua confessione. Fu un momento decisivo per la vita di entrambi. " Dal momento in cui cominciaste a parlarmi del vostro interiore, - confiderà più tardi il vescovo di Ginevra - Dio mi donò un grande amore per il vostro spirito". E per Giovanna ben presto non ci fu altra felicità se non quella " di stare sempre vicina a lui ".

Francesco, lasciando " all'amore le briglie sciolte ", le scriveva " senza fiato ", confessandole di non trovare parole in grado di esprimere i suoi sentimenti, ma le assicurava che il suo cuore era presso di lei " mille volte al giorno ". Giovanna ricambiava i medesimi sentimenti, confidandogli che avrebbe con gioia sacrificato tutto il mondo per la felicità di vivere sotto lo stesso tetto, magari come cameriera, per ascoltare le parole che fluivano dalla sua bocca.

Questo amore, " forte, immutabile e senza misura o riserva, - sono parole del santo vescovo - ma,dolce, leggero, perfettamente puro, perfettamente tranquillo ", fu l'espressione più alta di una dolce comunione di anime, condotta sul filo di un diffìcile equilibrio tra amicizia spirituale e ragioni del cuore. tcomunque il volto inusitato della santità. Dei sei figli della vedova di Chantal, due sopravvissero, e quando questi furono autosuffìcienti, Francesca si trasferì ad Annecy, residenza di Francesco di Sales, e sotto la sua direzione fondò la " Congregazione della Visitazione ".

La nuova istituzione ebbe una rapida crescita e alla morte della santa - avvenuta il 13 dicembre 1641 - in Francia si contavano già ottantadue case. Negli ultimi anni, rinunciò alla carica di superiora generale, e nonostante le traversie familiari e la morte del santo vescovo, ella continuò fino alla fine a promuovere l'espansione del giovane Ordine, nel quale riviveva l'ideale d'amore di S. Francesco di Sales.

Tratto da www.lalode.com

 

 

 

San Corentino

Mi chiedete che cosa ne penso delle fiction su Gesù ed io approfitto di un santo che mi lascia molto spazio.
Devo dire che era ora che qualcuno introducesse gli effetti speciali in una storia che ne fu davvero piena.
Memorabili le scene col Tentatore (a parte le menate su Inquisizione e Crociate che, come sapete, non possono trovarmi d’accordo).
L’insistenza, però, su quel Gesù che non sapeva di essere Cristo (vedi anche una fiction precedente) mi puzza di eresia.
Ma il tutto ha il merito di costringermi a riflettere.
Sono più di trent’anni, ormai, che mi si propina un Gesù che era uno – di – noi. Sì, è vero, come no?
Ma è davvero quello di cui c’è bisogno, in tempi di nichilismo?
A me personalmente un povero Cristo come me non è che faccia tanto piacere.
Dirò di più: dell’ennesimo maestro filosofico non so che farmene.
In soldini: se Gesù è Dio, allora vale la pena di seguirlo e fare quel che dice. Altrimenti, ho cose più interessanti da fare.
Mi sembra, insomma, che quel che manca oggi nell’insegnamento cattolico sia proprio questo: il buon, vecchio Dio onnipotente; padre buono ma anche severo e giusto.
Il messaggio del "Gesù superstar"è fallito, e bisogna essere proprio ciechi per non accorgersene.
Quattro decenni di inutili colpi al cerchio dovrebbero far pensare che sia ormai l’ora della botte, o no?
Un Gesù che mi "consiglia" di essere buono – e finisce appeso - mi sembra meno cogente di un Dio che ride bene perché ride ultimo.
Veniamo allora al santo di oggi.
Corentino protegge dalla paralisi ed era vescovo di Quimper in Bretagna. Fu consacrato da S. Martino da Tours nel IV secolo.

Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri
per aver acconsentito alla diffusione di queste brevi vite di santi,
tratte dal suo volume
Un santo al giorno edito da PIEMME


Martirologio romano

12 Dicembre

Ad Alessandria i santi Martiri Epimaco ed Alessandro, i quali, sotto l'Imperatore Decio, essendo stati molto tempo in prigione, e, dopo essere stati afflitti con diversi supplizi, avendo perseverato nella fede, furono finalmente consumati col fuoco. Sant'Epimaco, insieme con san Gordiano Martire, si festeggia il dieci Maggio.

A Roma san Sinesio Martire, il quale, ordinato Lettore al tempo del beato Papa Sisto secondo, ed avendo convertito molti a Cristo, fu accusato presso l'Imperatore Aureliano, e, percosso colla spada, ricevette la corona del martirio.

Nello stesso giorno i santi Martiri Ermogene, Donato ed altri ventidue.

A Treviri i santi Martiri Massenzio, Costanzo, Crescenzio, Giustino e Compagni, i quali patirono nella persecuzione di Diocleziano, sotto il Preside Riziovaro.

Ad Alessandria le sante Ammonaria Vergine, Mercuria, Dionisia ed un'altra Ammonaria. La prima, nella persecuzione di Decio, dopo aver superato inaudite specie di tormenti, colpita col ferro, finì beatamente la vita; le altre tre poi, vergognandosi il Giudice di esser superato dalle donne, e temendo che, se usasse contro di loro i medesimi tormenti, sarebbe vinto anche dalla virile costanza di esse, subito furono fatte decapitare.


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Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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