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Il Santo del Giorno - Martirologio Romano

25 novembre


Santa Caterina d'Alessandria
 vergine e martire

All'inizio del IV secolo avvenne un improvviso mutamento da parte della potenza romana nei confronti del cristianesimo. Diocleziano, ormai vecchio e di volontà inferma, diede il via alla più crudele delle persecuzioni. In Egitto, definito "la Cina del mondo antico", la persecuzione raggiunse la più efferata crudeltà: uomini, donne e fanciulli venivano condannati a supplizi che la fertile e macabra fantasia dei carnefici inventava per rendere più atroci le sofferenze dei condannati, al punto che molti pagani, impietositi, cercavano di aiutare i cristiani a sottrarsi a quella terribile fine. Noi ora leggiamo con una certa curiosità e incredulità le Passiones cioè i resoconti delle ultime ore dei martiri, i processi e le condanne, le loro risposte ai giudici. Sono frutto quasi sempre di pie fantasie, racconti leggendari, tramandati a scopo di edificazione.
Tale è anche quello riferito alla martire odierna, la nobile Caterina di Alessandria, il cui martirio colpì maggiormente la fantasia popolare in quanto pareva trattarsi di una fanciulla di alto rango, intelligente, bella di volto quanto di anima. Massimino Daia, subentrato allo zio Galerio nel governo delle province africane, si sarebbe invaghito di Caterina a tal punto da progettare di divorziare dalla moglie per sposarla. Al deciso rifiuto della giovane cristiana, l'aveva messa a confronto con ben cinquanta filosofi, - così la leggenda - perché la convincessero che Cristo, essendo morto in croce, non poteva essere Dio. Ma Caterina, facendo eccellente uso dell'arte retorica e soprattutto delle sue buone cognizioni filosofiche e teologiche, finì per trarre dalla sua parte quel sapienti, che, illuminati dalla grazia, aderirono al cristianesimo: doppiamente sconfitti agli occhi dei pagani, essi guadagnarono la corona dei martiri, perché Massimino li fece trucidare.
Quanto a Caterina, non essendo riuscito a piegarla al suoi desideri, Massimino cercò di farla stritolare dalle ruote con cerchioni irti di punte di ferro, che si piegarono come molli vimini a contatto con le tenere carni della fanciulla. Da questo episodio, quanti hanno a che fare con ruote l'hanno eletta loro patrona.
Condotta fuori dalla città, Caterina venne decapitata, ma dal collo reciso, come dallo stelo di certe erbe, anziché sangue sgorgò uno zampillo di latte, meritando per questo un secondo patrocinio, questa volta da parte delle nutrici, che la invocavano per aver latte sufficiente ad acquetare l'appetito dei loro pargoli. I prodigi non finirono qui: dal cielo scesero gli Angeli che trasportarono il corpo della martire sul monte Sinai, dove sarebbe poi sorto un convento a lei dedicato.

Tratto da www.lalode.com

 

 

 

Sant'Audenzio di Milano

Da non confondere coll’Audenzio vescovo di Toledo.
IV secolo: il ricchissimo Audenzio, milanese, era attratto dalla fama di s. Giulio, prete, e suo fratello s. Giuliano, diacono.
Poiché Giulio viveva poveramente in un’isoletta sul lago Cusio (poi chiamata appunto San Giulio), Audenzio andò a trovarlo. Lo pregava di accettare un aiuto finanziario, ma quello non ne volle sapere.
Pregò invece lui di costruirsi un sepolcro lì, sull’isola, accanto al suo.
Audenzio declinò l’offerta, dal momento che aveva già provveduto a farsi erigere una tomba a Milano.
Passò il tempo e s. Giulio morì.
Di lì a poco morì anche Audenzio all’età di trentadue anni. Ma a quel punto accadde un fatto strano: i suoi famigliari non riuscirono a trovare la tomba che Audenzio si era fatto costruire.
Forse le carte non erano chiare, forse non c’erano proprio, forse il defunto non aveva dato indicazioni sufficienti. Insomma, il sepolcro preparato per Audenzio rimase vuoto per impossibilità di reperimento.
Allora qualcuno degli eredi si ricordò del dialogo intercorso tra Audenzio e S. Giulio, e propose di realizzare la profezia del santo.
Si trovò che l’idea era ottima, onorevole per il defunto e, soprattutto, rimediava alla figuraccia di fronte ai concittadini.
Così, il corpo di Audenzio fu portato nell’isola, dove intanto il prete Elia era succeduto a S. Giulio.
Volentieri costui acconsentì a seppellire Audenzio accanto al santo.
Da quel momento si prese a venerare anche Audenzio come santo e gli si dedicò un altare nella chiesa di San Giulio.
In breve sorse anche una chiesa intitolata al suo nome, a Pettenasco.

Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri
per aver acconsentito alla diffusione di queste brevi vite di santi,
tratte dal suo volume
Un santo al giorno edito da PIEMME


Martirologio romano

25 novembre

Ad Alessandria santa Caterina, Vergine e Martire, la quale, messa in prigione per la confessione della fede cristiana sotto l'Imperatore Massimino, e poi lunghissimamente tormentata cogli scorpioni, finalmente decapitata compì il martirio. I1 suo corpo, miracolosamente trasportato dagli Angeli sul monte Sinai, vi è religiosamente venerato dal numeroso concorso di Cristiani.

A Roma san Mosè, Prete e Martire, il quale, essendo detenuto in prigione insieme con altri, spesso fu per mezzo di lettere consolato da san Cipriano. Lo stesso Mosè poi, avendo con animo intrepido resistito non solo contro i pagani, ma anche contro gli scismatici e gli eretici Novaziani, finalmente (come attesta san Cornelio Papa), nella persecuzione di Decio, fu decorato con un illustre ed ammirabile martirio.

Ad Antiochia sant'Erasmo Martire.

A Cesarea, in Cappadocia, la passione di san Mercurio soldato, il quale, protetto dall'Angelo che lo custodiva, vinse i barbari, e superò la crudeltà di Decio, ed arricchito di molti trofei di tormenti, coronato col martirio volò al cielo.

Nell'Emilia, provincia dell'Italia, santa Gioconda Vergine.


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Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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