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Santo del Giorno

13 ottobre

Sant'Edoardo
 re

Ad onta degli insuccessi politici del suo governo, Edoardo, re d'Inghilterra dal 1043 al 1066, lasciò un vivissimo ricordo nel suo popolo. Le ragioni di questa venerazione, protrattasi nei secoli, sono da cercarsi non soltanto in alcuni saggi provvedimenti amministrativi, come l'abolizione di una gravosa tassa militare che pesava sull'intera nazione, ma soprattutto nel suo temperamento mite e generoso (mai uno sgarbo o una parola di rimprovero o un gesto d'ira neppure verso i più umili sudditi) e nella sua vita privata.
Aveva sposato, a un anno dalla sua incoronazione, la figlia del suo più irriducibile avversario, la coltissima Edith Godwin. Era stata questa un'altra abile mossa politica del barone Godwin del Wessex, che rinnegando apparentemente le sue simpatie per il partito filo-anglosassone già aveva appoggiato la candidatura al trono d'Inghilterra di Edoardo, che aveva invece simpatie per il partito filo-normanno. In realtà, Godwin contava sul fatto che Edoardo, detto fin d'allora "il Confessore", gli avrebbe volentieri affidato ogni cura di governo, pur di potersi dedicare con più libertà alla preghiera e alla meditazione.
Il piano, troppo sottile, riuscì solo in parte, poiché intorno al 1051 il barone venne posto al bando e la regina stessa venne chiusa in convento. Ma fu solo una parentesi, perché troppo profondo era l'accordo tra Edoardo e la regina, che secondo i biografi avrebbero fatto un concorde voto di verginità. Edoardo, nipote di S. Edoardo detto il Martire, nacque nel 1004, a Islip, presso Oxford, da re Etelredo II detto lo Sconsigliato. Ancora fanciullo dovette prendere la via dell'esilio e visse dal 1014 al 1041 in Normandia, presso i parenti materni. In questi anni si dice abbia fatto il voto di compiere un pellegrinaggio a Roma se la Divina Provvidenza l'avesse ricondotto in patria. Quando ciò avvenne, Edoardo avrebbe voluto adempiere piamente il voto, ma ne ebbe la dispensa dal papa. La somma occorrente al lungo viaggio venne devoluta in parte ai poveri e in parte alla restaurazione del monastero ad ovest di Londra (west minster, oggi Westminster).
La solenne inaugurazione del celebre coro avvenne il 28 dicembre 1065. Ma il re era già gravemente ammalato. Morì il 5 gennaio 1066 e fu sepolto nella chiesa abbaziale appena restaurata. Al suo sepolcro si ebbero subito devoti pellegrinaggi. Nella ricognizione del 1102 il suo corpo risultò intatto. Il 7 febbraio 1161 papa Alessandro III lo incluse nell'elenco dei santi. Il giorno della sua festa coincide con quello della solenne traslazione delle sue reliquie nel coro della stessa chiesa abbaziale, compiuta da S. Tommaso Becket.

Tratto da www.lalode.com

 

 

 

San Romolo di Genova

Questo san Romolo è passato alla storia col nome di san Remo (nulla a che vedere con i mitologici fratelli della Lupa fondatori di Roma).
Infatti, la città dei fiori e del festival canzonettistico è intitolata proprio a lui.
Il santo odierno era vescovo di Genova e succedette in carica ai gloriosi san Felice e san Siro (quest’ultimo ha, invece, tutto a che vedere col famoso quartiere milanese provvisto di stadio).
Romolo era, sì, un signore altomedievale, ma per il suo popolo era più che altro un padre.
Rinomatissimo come compositore di dissidi, era chiamato dappertutto per pacificare litigi.
Un giorno, mentre si trovava in tali faccende affaccendato in un luogo avente nome Matuta, nell’estrema Liguria occidentale, venne a morte e fu sepolto lì, nella chiesa di San Siro.
Poiché sulla sua tomba cominciarono a verificarsi d’ogni sorta, in breve la cittadina prese il suo nome: San Romolo. Solo che "Romolo" da quelle parti si diceva "Römu".
E fu così che, dal XV secolo in poi, San Romolo divenne Sanremo.
E si dice che il santo fosse originario proprio di quella zona, e che sempre colà si sarebbe ritirato, forse per sfuggire agli invasori longobardi (che erano ariani), in una grotta. Quest’ultima, detta dagli autoctoni bauma, si trovava nell’entroterra, in una località che ancora oggi viene chiamata San Romolo.
Il posto è sempre meta di pellegrinaggi.
Nel secolo X, a causa delle incursioni dei pirati saraceni, il vescovo genovese Sabatino traslò le reliquie del santo, via mare, a Genova. Romolo, protettore di Sanremo, è raffigurato con la spada in mano (per via dei soliti saraceni).

Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri
per aver acconsentito alla diffusione di queste brevi vite di santi,
tratte dal suo volume
Un santo al giorno edito da PIEMME


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Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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