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Santo del giorno

 

15 luglio


San Bonaventura
 vescovo e dottore della Chiesa

Bonaventura (nato nel 1218 a Bagnorea, l'attuale Bagnoregio) disse di aver dato le sue preferenze all'Ordine fondato da S. Francesco per aver riscontrato una mirabile somiglianza tra la crescita della Chiesa e quella della famiglia francescana: entrambe annoveravano agli inizi uomini semplici, pescatori e contadini, e più avanti uomini di scienza. Quando Bonaventura entrò nell'Ordine, i figli di S. Francesco, al pari di quelli di S. Domenico, si erano spinti fino a Parigi, a Oxford, a Cambridge, a Strasburgo e in altre università europee. L'evoluzione non era stata indolore. Parecchi della "vecchia" generazione guardavano con perplessità all'allentata disciplina religiosa e alla nuova apertura culturale dei giovani frati. Ma Bonaventura sapeva dire una parola tranquillizzante e stimolatrice per gli uni e per gli altri.
A frate Egidio che nella sua semplicità gli chiedeva come avrebbe potuto salvarsi lui, privo di ogni scienza teologica, fra Bonaventura rispose: "Se Dio dà all'uomo soltanto la grazia di poterlo amare, questo basta... Una vecchierella può amare Dio anche più di un maestro di teologia". Dotato di buon senso, pratico e speculativo al tempo stesso, Bonaventura aveva saputo applicare al solido tronco francescano gli innesti delle giovani generazioni con le accresciute esigenze, anche culturali, smentendo quanti paventavano, come Jacopone da Todi, che la scienza portasse detrimento alla semplicità della regola francescana.
Bonaventura, discepolo di Alessandro di Hales a Parigi, come S. Tommaso era rimasto in questa città dapprima come maestro di teologia, poi come generale dei frati Minori, carica alla quale venne eletto a soli trentasei anni. Creato cardinale, dovette accettare anche la consacrazione episcopale, precedentemente rifiutata per umiltà, ed ebbe la sede suburbicaria di Albano Laziale. Da papa Gregorio X ebbe l'incarico di preparare il secondo concilio di Lione, al quale era stato invitato pure Tommaso d'Aquino, morto due mesi prima dell'apertura avvenuta il 7 maggio 1274. Il 15 luglio dello stesso anno moriva anche fra Bonaventura, assistito personalmente dal papa.
Alla base della dottrina teologica insegnata da fra Bonaventura con la parola e con gli scritti (tra i suoi libri più noti, Itinerario della mente in Dio) è l'amore o carità. "Non basta - egli scrive - la lettura senza l'unzione; non basta la speculazione senza la devozione; non basta l'indagine senza la meraviglia; non basta la circospezione senza l'esultanza; l'industria senza la pietà; la scienza senza la carità; l'intelligenza senza l'umiltà; lo studio senza la grazia".

Tratto da www.lalode.com

 

 

 

Santi Iñigo de Azevedo & C.

Era un ricco portoghese di Oporto che verso i vent’anni, all’incirca nel 1548, entrò come novizio nei gesuiti. Cinque anni dopo era già rettore del collegio che i padri tenevano nella capitale. Nei dieci anni seguenti ricoprì i seguenti incarichi: rettore a Braga, viceprovinciale del Portogallo e, nei ritagli di tempo, cappellano negli ospedali e nelle carceri. Nel 1566 venne inviato come visitatore nelle missioni brasiliane e tornò dopo due anni con le idee più chiare sul da farsi da quelle parti. Esposti i suoi progetti alla casa generalizia di Roma, ebbe il permesso di radunare un gruppo di gesuiti di sua fiducia per espandere le missioni nell’America spagnola e portoghese. Erano un centinaio quelli che si imbarcarono, nel 1570, su diverse navi. I gesuiti accompagnavano e assistevano gli orfanelli che venivano inviati nel Nuovo Mondo perché potessero trovare un avvenire migliore come coloni. Le navi vennero scortate dalla marina militare fino al largo di Madera, poi dovettero procedere da sole. Ma dalle parti delle Canarie si profilò il pericolo. La notizia era trapelata e cinque imbarcazioni corsare le aspettavano al varco. Si trattava di legni ugonotti, partiti dalla roccaforte protestante di La Rochelle. L’arrembaggio fu breve e facilmente vittorioso per gli aggressori, visto che quei mercantili portavano solo preti e orfani. Ma quei preti erano gesuiti, che i calvinisti consideravano la loro personale bestia nera. Vennero tutti gettati in mare e non se ne salvò nessuno. Nove di loro erano spagnoli; gli altri, portoghesi. L’Azevedo fu il primo a finire annegato.

Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri
per aver acconsentito alla diffusione di queste brevi vite di santi,
tratte dal suo volume
Un santo al giorno edito da PIEMME


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Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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