Il Santo del giorno
12 giugno
San Gaspare del Bufalo
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San Gaspare BertoniGaspare Luigi Bertoni, fondatore dei Preti delle Sacre Stimmate, vanta un poco invidiabile primato: in vent’anni di malattie subì qualcosa come trecento interventi chirurgici.E si trattava di chirurgia d’antan, dal momento che morì nel 1853. Figlio di un notaio veronese, fu sacerdote nel 1800. Giusto in tempo per vedere calare in Italia le orde napoleoniche. Nel 1802 aveva già fondato un oratorio mariano, la "Coorte Mariana": giovani laici inquadrati originalmente in una sorta di Azione Cattolica ante litteram. Naturalmente, il Bertoni dovette affrontare difficoltà di ogni genere, culminate nel 1807 con le generali e indiscriminate soppressioni ordinate dal nuovo regime. Ma erano anche tempi in cui la pressione amministrativa otteneva risultati contrari, e le congregazioni e le vocazioni religiose e sacerdotali fiorivano ch’era un piacere. Il Bertoni divenne il confessore del nascente istituto religioso fondato da Maddalena di Canossa. Non solo: fu lui a dirigere spiritualmente Leopoldina Naudet e a guidarla nella fondazione.
Santa CuneraPare che la santa di oggi sia stata una delle compagne di S. Orsola.Cunera sarebbe stata l’unica a scampare al martirio collettivo che coinvolse le undici (undicimila, dice la leggenda) vergini al seguito di Orsola, trucidate nel 451. Cunera, di stirpe nobile, divenne la protetta del re di Frisa, Radbodo, il quale la accolse nella sua corte di Rhenen presso Utrecht. "Protetta" non voleva dire "favorita", ma i riguardi che Radbodo usava alla bella Cunera non andavano giù alla regina consorte. La gelosia è una tremenda tentazione ossessiva che toglie il sonno e l’appetito sia al geloso sia all’ingelositore. Le donne, in genere più portate alle fantasie cerebrali, quando ci si mettono, con la gelosia, sono capaci di tutto. Il minimo è l’asfissia del compagno. Il massimo, il delitto passionale. Poiché, nel caso in questione, il compagno della gelosa era il re, c’era poco da asfissiare (anche perché, a quei tempi e da quelle parti, si rischiava il divorzio alla frisone, cioè a mano armata). Così, la regina optò per il delitto passionale, ovviamente ai danni della presunta rivale. Cunera venne strangolata da sicari nella stalla della reggia, luogo nel quale venne subito occultato il suo cadavere. Ma ammazzare una santa non conviene. Infatti, la mandante dell’omicidio fece la fine della moglie di Macbeth: impazzì e concluse i suoi giorni con un suicidio. A Radbodo non rimase che trasformare la stalla maledetta in un edificio benedetto: una chiesa, che fece consacrare alla memoria dell’infelice Cunera. Nel medioevo, per dare valore alla propria parola, si usava giurare sulle reliquie di questa santa. Si ringrazia lo scrittore cattolico Rino Cammilleri |